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Storia

La preistoria Moesana: i primordi

Prima del 10 000 a.C. l’intero territorio Moesano era completamente ricoperto dai ghiacci. Solo dopo questa data si assistette – in seguito ad un surriscaldamento climatico – ad un disgelo graduale. A partire dall’8000 a.C. il paesaggio di fondo valle si liberò dai ghiacciai – che si ritirarono in alta quota – lasciando sul terreno imponenti morene e cumuli di detriti. Con l’innalzamento graduale della temperatura, si formarono laghi e fiumi che coincisero con una lenta generazione boschiva nell’intera regione. Proliferarono poi le betulle, gli abeti rossi e i noccioli. È a quest’epoca remota che risalgono i primi reperti archeologici che testimoniano il passaggio alle nostre latitudini dei primi cacciatori, provenienti da zone più calde. 
Il primo insediamento umano nel Moesano risale infatti ad un periodo compreso tra il 5250 a.C. e il 4565 a.C. ai piedi della roccaforte del Castello di Mesocco, che corrisponde anche al più antico stanziamento preistorico del Cantone dei Grigioni. L’insediamento comprova il cambiamento nelle attitudini degli antichi cacciatori-raccoglitori: col passaggio storico dal Mesolitico al Neolitico gli uomini preistorici si sedentarizzarono nella Valle ed iniziarono ad occuparsi soprattutto di agricoltura (coltivando già orzo e piselli) e di allevamento. Oltre a Mesocco, sono stati rinvenuti resti di abitazioni e solchi di aratro anche in Castaneda, risalenti al 2500 a.C. circa.

Lo sviluppo economico del XX secolo nel Moesano

La fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo coincise con nuove fondamentali tappe per la Mesolcina e la Calanca, in tutti i settori. A Mesocco e a Grono vennero aperte due succursali della Banca Cantonale, a Roveredo vennero istituite le sedi scolastiche nel 1888, alle quali seguì la gestione del Collegio Sant’Anna ad opera di don Luigi Guanella alla fine dell’800. Nacquero poi i primi fogli giornalistici, periodici e locali (“L’amico del Popolo” nel 1882 e il “San Bernardino” nel 1893, che oggi vanta una tradizione ultracentenaria). Nel 1905 iniziarono anche i lavori per la realizzazione della Ferrovia per la tratta Bellinzona-Mesocco, che terminarono nel 1907, ma che – dopo travagliate vicende economiche – fu smantellata nel 1973. Vennero edificati i primi impianti per lo sfruttamento idroelettrico, e, tra le due guerre, si assistette al potenziamento del settore primario. L’industrializzazione, infine, si solidificò attorno alla riproduzione di ditte e fabbriche di interesse regionale e cantonale: le acciaierie della Monteforno SA a San Vittore, le cave di gneis di Arvigo, gli importanti impianti idroelettrici della Calancasca, della Elin SA e delle OIM. 
L’ultima fase storica del Moesano è legata alla costruzione dell’A13 che rinforza l’immagine viaria della Mesolcina con conseguente realizzazione della galleria autostradale del San Bernardino, che risale al 1 dicembre 1967. Dal profilo viario, anche la Val Calanca operò l’importante collegamento stradale con la Mesolcina (per mezzo della tratta Grono-Buseno) ed edificò il maestoso ponte sopra la Calancasca. Da citare, infine, un lento calo demografico che portò alla fusione di piccoli comuni calanchini.

La preistoria Moesana: l’epoca dei metalli

Della prima epoca dei Metalli (1800 – 800 a.C.), che corrisponde all’età del Bronzo, sono stati effettuati vari ritrovamenti nella Valle Mesolcina, soprattutto a Mesocco, Lostallo e San Vittore. Le vestigia coincidono con le attività rurali dei contadini insediati nella regione che – scoprendo appunto l’utilizzo del metallo – sostituirono gli attrezzi in legno, osso e selce con altri molto più robusti e incisivi. Al di là degli insediamenti umani sedentari nella Valle, altre importanti testimonianze archeologiche ci informano che in questo periodo vi era un flusso di persone che valicava il passo del San Bernardino.
Il passo restò una via europea di scambio interessantissima anche dopo l’800 a.C. (basti citare il traffico dei manufatti etruschi e quello dell’ambra proveniente dal mar Baltico). La mobilità di merci e persone creò pregevoli legami con le realtà rurali provenienti anche da fuori Moesano. Sono datate dell’età del Ferro (800 – 450 a.C.) una grande quantità di oggetti (tra cui fibule, anelli, ornamenti in ambra ecc.) trovati a Mesocco e a Castaneda, che corrispondono alla cultura dei Golasecca. Un caso notevole – che conferma ormai l’apertura del Moesano verso nord e verso sud – è stato il ritrovamento a Mesocco di 16 tombe orientate in direzione nord-sud.

L’industrializzazione nel Moesano

Nel XIX secolo il Moesano visse una situazione difficile, dovuta in parte al crescente successo della ferrovia del Gottardo, in parte all’attrattiva lavorativa delle città. L’emigrazione continua (soprattutto verso la Francia), la catastrofica alluvione del 1834 e i bisogni crescenti per lo sfruttamento agricolo delle terre, causarono notevoli conseguenze. Il secolo si caratterizzò per uno sfrenato sfruttamento del legname che veniva convogliato sul Lago Maggiore.
Solo col decreto dei Comuni del 1851, al quale seguì nel 1874 la nuova Costituzione Federale, si stabilirono i primi necessari interventi di riforestazione. Il legname fu però anche il fulcro attorno al quale circolò l’economia pubblica e privata. Verso la fine del secolo si assistette allo sfruttamento dell’energia idraulica e alla costruzione delle prime segherie in Valle. Due ditte moesane iniziarono a fabbricare manufatti in acciaio per i grossi cantieri della regione (per strade, dighe, gallerie ecc.). L’industrializzazione è stata appunto influenzata dalla lavorazione dell’acciaio che comporterà notevoli ricadute economiche anche nel XX secolo.

L’importanza del valico del San Bernardino

I passi alpini, che collegavano la Confederazione Elvetica all’Italia, alla Germania, alla Francia e all’Austria, dopo la caduta dell’impero napoleonico (1815) recuperarono un interesse esclusivo. Anche il valico del San Bernardino venne completamente rivalutato. L’afflusso di gente e merci, ma ormai anche il transito della posta, riportò una stabilità economica in Mesolcina. Data importante per il potenziamento delle strutture viarie del San Bernardino è il 1818, quando si iniziarono i lavori per la costruzione della strada commerciale (la maggiore realizzazione tecnica del secolo XIX in Mesolcina), il collegamento diretto tra Piemonte e Baviera.
A partire dalla metà dell’Ottocento, la funzionalità della strada commerciale permise il trasporto dei passeggeri su carrozza e il servizio corrente delle Poste Svizzere in Valle. Ne conseguirono la costruzione dei primi uffici telegrafici, di importanti alberghi, e un afflusso turistico dalla regione milanese. Dal profilo prettamente statale, l’asse viario permise anche il rafforzamento dei legami tra la Mesolcina e il Cantone dei Grigioni.

Dal XVII al XVIII secolo: La ricerca di una stabilità nel Moesano

Oltre al fenomeno dell’emigrazione, i secoli XVII e XVIII sono stati caratterizzati anche dall’assidua ricerca di una stabilità politica, economica e religiosa, che confluirono nella definizione dei confini geografici tra Bellinzona e la Lega Grigia (1776) e nei confini territoriali fra i diversi Comuni. Tra quest’ultimi è da citare la divisione legislativa tra la Calanca Interna e il Moesano (1796) che durò fino al 1851, data che rappresenta per noi la nascita del Circolo di Calanca. Oggi il Circolo di Calanca si aggiunge al Circolo di Mesocco e al Circolo di Roveredo.
Tra il 1794 e il 1819, a seguito delle pressioni napoleoniche e dell’instabilità politica, la Mesolcina e la Calanca aderirono al Cantone di Bellinzona de jure e non de facto (1801). Ciononostante, la Mesolcina venne invasa e occupata da truppe francesi, austriache e anche russe, con conseguenti danni economici ingenti per l’intera regione. La risoluzione della grave incertezza si realizzò nel 1803 con l’entrata ufficiale nella Confederazione Svizzera – assieme alle Tre Leghe e al Cantone dei Grigioni. La storia del Cantone si fonda sulla ricerca di una continua stabilità politica ed economica.

Il XV e il XVI secolo: l’influenza della Lega Grigia nel Moesano

Il corridoio mesolcinese assunse maggiore importanza verso la fine del Medioevo grazie ai contatti con la Lega Grigia, fondata nel 1424, a tutela del Passo del San Bernardino. Nel 1480 i comuni di Soazza e Mesocco aderirono alla Lega Grigia, mentre nello stesso anno il milanese Gian Giacomo Trivulzio acquistò dai de Sacco tutti i diritti sul Moesano per 16`000 fiorini per garantire a Milano una solida protezione a nord. Nel 1496 i restanti comuni della Valle Mesolcina e della Valle Calanca aderirono anch’essi alla Lega Grigia, formando così uno scacchiere solido dello Stato delle Tre Leghe. Fu l’inizio di una collaborazione coi Grigioni, che iniziò ad organizzarsi nel suo interno.
Tra il 1500 e il 1600 si attuò un consolidamento sostanziale dell’organizzazione territoriale, politica e sociale nel Moesano. Solo nel 1549, però, la Mesolcina e la Calanca acquistarono la loro completa indipendenza, sottraendosi dai vincoli feudali dei Trivulzio. Il XVI secolo è stato caratterizzato dalla riforma protestante – che ricorda anche tentativi di innesto anche nel Moesano – e dalla Controriforma propugnata nella regione da Carlo Borromeo, di cui rimangono oggi chiese, cappelle, fonti ecc. dedicate al Santo. La Mesolcina e la Calanca restarono però cattoliche. Alle lotte religiose conseguì un fenomeno sostanziale, che continuerà fino al XX secolo: l’emigrazione degli uomini lavoratori (magistri, commercianti, negozianti e banchieri, accademici ed ecclesiastici, spazzacamini, imbianchini, vetrai) un po’ in tutta Europa.

L’alto Medioevo nel Moesano: l’avvento dei de Sacco

Caduto l’impero dei Franchi, il periodo tra il 1100 e il 1200 nel Moesano – che vide l’accrescersi continuo del movimento di merci e persone attraverso i valichi alpini – coincise con la costruzione delle fortificazioni in Valle, soprattutto il Castello di Mesocco. Fattore storico importante per la Mesolcina fu l’avvento della famiglia dei de Sacco che divennero Signori della Valle, i quali condizionarono la vita politica e sociale della regione per tre secoli.
I de Sacco, potenti Signori feudali, a partire dal 1150 allargarono i loro domini su tutto il territorio tra Bellinzona e la vallata del Reno sangallese. Per motivi politici, la famiglia dei de Sacco era aperta soprattutto verso nord, con gli alleati Imperatori germanici, mentre per motivi economici era più attratta dal sud. A partire dalla metà del XV secolo, la Valle fu vitalizzata da una grande intraprendenza su vari fronti, soprattutto per influsso della Signoria dei de Sacco: per esempio la costruzione di un nuovo passaggio della Viamala e di un ospizio a San Bernardino, l’allestimento di soste per il deposito delle merci in transito e la riattazione delle principali vie di comunicazione.

L'impero Romano nel Moesano

Secondo fonti ormai confermate, il Moesano venne invaso ed occupato dall’Impero Romano verso il 15 a.C., durante la campagna militare di Ottaviano Augusto nella Rezia. L’insediamento dei Romani sul territorio moesano comportò una riorganizzazione determinante dell’intera regione, soprattutto per quanto riguarda i valichi alpini. La Mesolcina funse in quest’epoca da corridoio verso la pianura padana e, di conseguenza, verso la Roma capitale. Il valico del San Bernardino diventò luogo chiave per gli accessi da nord ed era custodito da un rigido controllo militare dei Romani.
Con essi si formarono le prime importanti strutture sociali e urbane, tra cui anche – a partire dalla fine del IV sec. d.C. – l’importazione della religione cristiana nel Moesano che rafforza le strutture politiche e sociali (ad esempio con la costruzione delle prime chiese e l’insediamento della lingua lombarda). La religione cristiana fungerà da fulcro e da legante fra le varie popolazioni insediate e i residenti precedenti la conquista (che terminerà dopo la metà del V secolo). Da notare, in questo periodo storico, anche lo sfruttamento del frutto del castagno, che raggiungerà la sua massima diffusione verso il 530 d.C.

Il basso Medioevo nel Moesano: l’impero di Carlo Magno

La Mesolcina, dopo il 560 d.C. confinò con i Franchi e i Longobardi. Sottomessi quest’ultimi dai primi, dopo l’incoronazione di Carlo Magno (la notte di Natale dell’800), seguirà (nell’805) un periodo di riorganizzazione territoriale dell’impero Franco. In questo contesto, nell’813 il Moesano appare incorporato nel Ministero di Tuverasca che inanella anche la Lunganezza e la zona di Ilanz. Un periodo di riforme che vide la nascita nel Moesano della “Centena” (simile ad una Landsgemeinde) con sede a Lostallo, un’assemblea politica nella quale si prendevano le più importanti decisioni per l’intera regione, che restò in vigore fino al XIX secolo.

Bibliografia

  • AA.VV., Valmesolcina e Valcalanca, Tipografia Torriani SA, Bellinzona 1990.
  • Franco BINDA, Escursione nella preistoria del Moesano, Tipografia Mesolcinese, Roveredo 1985.
  • Dante PEDUZZI, Un libro scritto in migliaia di anni. La storia del Moesano in Valle Mesolcina e Valle Calanca, Edizioni Paul Haupt, Berna 2000.

Storia della valle Mesolcina e Calanca redatta da Gerry Mottis

 

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Appari! grido, Appari! alla montagna,
che senza fine lungo i giorni e il tempo
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Appari! la montagna mi risponde...
E questa voce non è ancora spenta
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e l’orma antica pasce sulle rocce.

Remo Fasani

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